Il primo generatore elettrico in provincia di Sondrio, azionato idraulicamente, venne installato nel settembre 1883. L'impianto fu realizzato dall'ing. Lorenzo Vanossi nel Cotonificio Amman di Chiavenna: 30 lampade ad incandescenza sostituirono i vecchi fumosi lucignoli a petrolio.

Nel dicembre 1888 analoghe iniziative si realizzano a Sondrio, presso il Mulino Ongania, e a Morbegno, presso il Setificio Sacchi & C. In questi due opifici vengono installate delle piccole dinamo che alimentano i propri impianti di illuminazione e quelli di alcune vicine abitazioni.
 

Nel marzo 1886 la municipalità di Sondrio prende in esame l'elettrificazione dell'impianto d'illuminazione stradale, ma solo nel marzo del 1891 un "Gruppo di cittadini sondriesi" costituisce la società "Elettricità in Sondrio" e assegna all'ing. Giacomo Merizzi l'incarico di redigere il progetto della centralina di Arquino, che entrerà in servizio nel 1893. Inizia così la graduale diffusione in Sondrio dell'illuminazione elettrica pubblica e privata. Nel 1907 il comune di Sondrio rileverà gli impianti della "Elettricità in Sondrio".

Torre S. Maria, nel 1904, è il primo centro della Valmalenco ad essere illuminato elettricamente da una centralina costruita sul torrente Torreggio. Gli abitati di Chiesa in Valmalenco e Lanzada verranno successivamente allacciati alla centralina costruita in località Curlo, sul torrente Mallero, dalla ditta Albonico. Caspoggio verrà alimentato dalla centralina costruita dalla ditta Negrini sulla Roggia in località Albertazzi. L'abitato di Spriana e le vicine frazioni saranno alimentate da una centralina costruita in località Prato sul torrente Mallero.

Nel 1913 il comune di Sondrio si collega con la centrale Mallero (costruita a Ponchiera dalla "Società Idroelettrica Italiana" con l'utilizzo delle acque del torrente Lanterna captate a Lanzada) con una linea trifase a 2200 volt per il prelievo di 200 kW; è anche la prima volta che viene utilizzata localmente energia elettrica prodotta in centrali realizzate per esigenze extra provinciali.
Nel 1924 la "Lombarda" costruisce in Valmalenco una linea elettrica a 8000 volt dalla centrale di Ponchiera a Lanzada. Ad essa vengono collegati, a cura della consociata S.E.V.-Società Elettrica Valtellinese, gli impianti che alimentano Spriana, Chiesa, Caspoggio e Lanzada; di conseguenza le vecchie centraline vengono disattivate, tranne quella di Torre che rimane in funzione fino al 1964. L'elettrodotto verrà in seguito esteso fino a Franscia e a Campo Moro e alimenterà le miniere di amianto della zona e il rifugio alpino Zoia.

Negli anni seguenti alla 2^ guerra mondiale la società "Vizzola", subentrata alla "Lombarda", costruisce nuove linee elettriche a 8000 volt da Chiesa ai laghi Palù e Pirola e da Lanzada a Campo Moro, Musella e Scerscen, fino a raggiungere il rifugio Marinelli a 2813 metri.

Il 6 dicembre 1962 il Parlamento approva la Legge n. 1643 che decreta la nazionalizzazione dell'industria elettrica e trasferisce all'Enel - Ente Nazionale per l'Energia Elettrica - gli impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica esistenti sul territorio nazionale, ad eccezione di quelli di proprietà di aziende municipalizzate o auto produttrici.

Oggi l'86,5% dell'energia prodotta in provincia di Sondrio viene convogliata fuori provincia con elettrodotti ad alta tensione.
 


diga di alpe Gera

L’asta idroelettrica della Valmalenco è attualmente composta da:

-     due serbatoi artificiali (Alpe Gera e Campo Moro);

-     tre centrali (Campo Moro, a monte, quota 2000 metri – Lanzada, quota 1000 metri - Sondrio, a valle, quota 300 metri).

La diga di Alpe Gera, situata nel comune di Lanzada - Valmalenco, provincia di Sondrio, nelle alpi Retiche - è stata realizzata tra il 1961 e il 1964. Ha permesso la formazione del bacino artificiale omonimo a quota 2128 metri con un invaso massimo di 68 milioni di metri cubi, pari alla capienza di 63.000 piscine olimpioniche.

Lo sbarramento, costituito da una diga massiccia a gravità in calcestruzzo, è lungo 530 metri e alto 174 metri, come un grattacielo di 58 piani, con un volume totale pari a 1.700.000 metri cubi, sufficienti a contenere il Duomo di Milano. La diga è attraversata in senso longitudinale da dieci cunicoli collegati tra loro, e al coronamento con un impianto ascensore che, percorrendo lo sbarramento verticalmente per 140 metri, è uno tra i più alti d'Europa.

 Lo sbarramento di Campo Moro, costruito tra il 1956 e il 1958, è costituito da due dighe separate da un grande sperone roccioso.

La diga est, in calcestruzzo, alta 96 metri (come un grattacielo di 32 piani) e lungo 180 metri, è più grande di quella ovest, in pietrame, alta 35 metri (come un palazzo di 32 piani).

Il bacino di Campo Moro ha una capacità massima di 11 milioni di metri cubi d’acqua, pari alla capienza di 10.200 piscine olimpioniche.

Le acque raccolta nell’invaso di Alpe Gera a quota 2125 metri giungono, con un salto medio di circa 133 metri, alla centrale di Campo Moro.

La centrale di Campo Moro è stata costruita nel 1965 interamente in una caverna artificiale collegata all'esterno grazie a una galleria lunga 570 metri.

Ha una potenza di 35.000 KW, pari a quella di 66 Ferrari di Formula 1; produce circa 33 milioni di kwh all'anno, pari al fabbisogno medio annuo di circa 14.000 famiglie.

Al termine dell'utilizzo nell'unico gruppo di produzione di energia elettrica le acque vengono rilasciate nel serbatoio di Campo Moro alla quota media di 1950 metri.


Il serbatoio di Campo Moro è collegato alla centrale di Lanzada grazie ad una galleria di derivazione lunga 8 km. e due condotte forzate lunghe 1500 metri. Le acque giungono a Lanzada dopo aver effettuato un salto di 1000 metri.


La centrale di Lanzada, formata da tre gruppi di produzione uguali, ha una potenza totale di 210.000 KW (70.000x3), pari a quella di 390 Ferrari di Formula 1. E' entrata in funzione nel 1955 (alimentata dalle acque dei torrenti Cormor e Scerscen raccolte nel serbatoio di Campo Moro, e da quelle dei torrenti Campagneda, Prabello e Antognasco) e produce in media 280 milioni di kwh ogni anno, pari al fabbisogno annuo di circa 135.000 famiglie. Nel 1963 è entrata in funzione la centrale di Lanzada ausiliaria, alimentata con le acque del torrente Mallero derivate in località Curlo.

Le acque utilizzate dalla centrale di Lanzada giungono infine alla centrale di Sondrio attraverso una galleria lunga circa 10 km. e una condotta forzata lunga 1375 metri.


La centrale di Sondrio, formata da due gruppi di produzione uguali, ha una potenza totale di 146.800 KW (73.400x2), pari alla potenza di 275 Ferrari di Formula 1. E' entrata in servizio nel 1960 (alimentata dalle acque restituite dalle centrale di Lanzada, e da quelle dei torrenti Lanterna e Antognasco)  e produce in media 410 milioni di kwh ogni anno, pari al fabbisogno annuo di circa 197.000 famiglie.


Le acque utilizzate nel sistema idroelettrico della Valmalenco non subiscono alcuna trasformazione durante tutto il processo e vengono scaricate nel fiume Adda alla periferia di Sondrio.

 Per quanto riguarda i cosiddetti “piccoli impianti” nel 1995 la società “Foraschetto” ha realizzato una centralina in località Chiareggio sui torrenti Forasco e Foraschetto; nel 1997 la società “Idroelettrica dell’Adda” ha realizzato una centralina in località Tornadri sul torrente Lanterna; nel 2001 la società “Energia e Ambiente” ha realizzato una centralina in località Senevedo sul torrente Mallero; nel 2002 la società “Nuova Serpentino” ha realizzato una centralina in località Basci sul torrente Giumellini, la società “Tecnowatt” ha realizzato una centralina in località San Giuseppe sul torrente Entovasco e una centralina in località Franscia sul torrente Scerscen.


Released by M.Negrini

 


il muro della diga di Gera