Terrazze delle Ruzze

PARTENZA
dal lago 2520 m CNS del P.so d’Uer (vedi itinerario A “di Val Poschiavina”) si sale a NO lungo la linea di confine sino a quota 2550 c., ove è il punto d’osservazione 1.
 


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PUNTO 1
Di qui si ammira completamente il ghiacciaio dello Scalino nella situazione attuale, e si può vedere l’area raggiunta dal ghiaccio durante il suo massimo nella “Piccola Glaciazione”, quando inviava una lingua quasi a sbarrare la Val Poschiavina sotto il P.so Canciano. Anche sotto il pizzo omonimo si osservano ciclopiche morene, lasciate da una digitazione del ghiacciaio, oggi del tutto sparita, che scendeva nella valle di Poschiavo sin nei pressi del Turiglion.
Ci troviamo su praterie d’alta quota ove non si sviluppano più neppure le forme cespugliose ma solo Carici e Festuche; molto interessante la presenza intorno al lago della rara e protetta Armeria alpina dai “croccanti” petali rosa.
Si prosegue - segnaletiche svizzere a bande bianco-rosse- su un sistema di cenge, tra due livelli di rocce metamorfiche non serpentinose. E’ possibile riconoscere qualche Genziana e Genzianella blu e gialle Sassifraghe.
 

PUNTO 2
Il punto d’osservazione 2 è costituito da un affioramento mineralizzato grigio-azzurrastro, a probabili minerali di rame, nei pressi d’un valloncello, a SO della vetta del Corno delle Ruzze.
Si raccomanda di non raccogliere campioni!
Dall’affioramento si discende un poco su bellissimi ripiani con splendido panorama sulla Val Poschiavina e sul ghiacciaio dello Scalino, oltre che sul gruppo del Bernina, sino a superare - con un minimo di attenzione - un’incassata valletta ed arrivare ad un dosso, ove si può osservare tutta la Val Poschiavina, dalla testata sino ai roccioni sotto lo Spondascia. Da notare il torrente che divaga in alcune zone con veri e propri meandri, le aree di torbiera e di palustro nonché notevoli zone a rocce montonate. Tra la flora variopinta riconosciamo Sassifraghe bianche, Campanule, Genzianelle, piccoli globosi Fiteuma e Cerasti alpini.


PUNTO 3
Si passa lungo una cengia, dominata da rocce di tipo gneissico e si è alla quota 2566, netto spuntone verdastro circa a metà della traversata tra il P.so d’Uer e i Sassi Bianchi - punto d’osservazione 3. E’ un cocuzzolo alto una decina di m rispetto alla sottostante valletta ove passa la traccia.
Impressionante, da qui, la ritirata del Ghiacciaio dello Scalino che, sotto il P.zo Canciano, tende a ridursi ad una semplice ansa; anche la lingua del Cornetto è piatta e sottile. Si vede molto bene la testata della Val Poschiavina con il sentiero che va al P.so di Canciano, a NO vista imponente sulla sella tra il Piz Argient e il Piz Zupò e le varie vette del gruppo del Bernina. Non lungi, a monte, un affioramento di rocce carbonatiche biancastre che non è altro che la continuazione di quella cresta bianco-giallastra che si vede nei pressi del P.so (d’Uer Dent Blanch CNS). Più sotto osserviamo la zona serpentinosa; al di sopra invece, molto massiccia, nero-rossastra, la massa di rocce gneissiche della cresta delle Ruzze.
Il sentiero riprende quota ed occorre fare attenzione a non scendere verso i salti di serpentina finemente triturata che forma quegli affioramenti azzurrastri così caratteristici del lato orografico dst della Val Poschiavina.
Tali affioramenti sono un esempio molto interessante di aree milonizzate al contatto tra le diverse falde alpine.


PUNTO 4
A quota 2608 CNS è il punto d’osservazione 4; poco sotto, non sempre visibili, i laghi dei Bianchi.
Siamo al limite tra le rocce serpentinose, micascistose e calcaree. Si nota come in questa area le serpentine siano state così milonizzate dalle spinte tettoniche da trasformarsi in ammassi di terriccio compatto grigio-verdastro, in particolare sulla dst dove appaiono veri e propri affioramenti terrosi intervallati da spuntoni un poco più compatti.
Praticamente si domina lo sbocco della Val Poschiavina e quindi si ha una vista completa di tutta la famosa area di arrampicata omonima; di fronte si erge maestoso l’insieme delle torri dello Spondascia.
Il sentiero tende a discendere leggermente, sempre al limite tra rocce carbonatiche e rocce gneissiche superiori, per aggirare il costone verso Gembré. Numerose le tane di marmotte e frequentissimi fischi di allarme. Qualche gregge di pecore e gruppi di capre forse tengono lontano i camosci che non mancano nelle parti più alte.


PUNTO 5
Al termine dei pianori, poco prima di discendere nell’alta conca di Gembré, punto d’osservazione 5 a 2580 m c.
Località con fantastico panorama: sotto di noi il lago di Gera, più sopra il Sasso Moro; tra il Sasso Moro e lo Spondascia osserviamo il Monte Motta, il Roggione e tutto il gruppo del Disgrazia. Di fronte la B.tta di Caspoggio con una serie di nivomorene sotto la costiera innominata che dalla Cima di Fellaria scende verso il rif. Bignami. A dst iniziano ad apparire, grandiose ed imponenti, le due lingue delle Vedrette di Fellaria occ. ed or.
Di qui si valica il costone spartiacque per divallare rapidamente - con un minimo d’attenzione- lungo un canaletto di rocce e sfasciumi, poi per prati, puntando al grande pianoro di quota 2440, ove si incrocia l’it. Confinale Cima Fontana. al  punto d’osservazione 4.

       
   

 
 

testo di Eliana e Nemo Canetta